Edem Orazly ricorda: “Ci hanno dato 20 minuti per prepararci”

Video Edem Abdulaevi Orazly è nato nel 1930 nel villaggio di Koza, in Crimea.
Nel 1944 è stato deportato in Uzbekistan sulla base della nazionalità, in quanto tataro della Crimea. Riabilitato, vive a Mosca.

Nelle miniere di Vorkuta, nelle cave della Kolyma. Il lavoro nei lager

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In tutte le fabbriche dell’URSS era esposto un cartello con queste parole di Stalin: “Il lavoro in un paese sovietico è una questione d’onore, di gloria, di valore ed eroismo!”. I detenuti dei lager staliniani, il cui lavoro si era trasformato in una tortura e umiliazione infinte, sapevano bene quanto cinismo vi fosse in quelle parole. Ecco il loro racconto.

Il lavoro femminile nei campi

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Le donne, nei campi di lavoro staliniani, svolgevano le stesse mansioni degli uomini, nelle miniere, nel disboscamento, nelle costruzioni… Ma per le donne, che il campo privava della famiglia e della giovinezza, tali mansioni non erano soltanto gravose. Il lavoro comportava umiliazioni e violenza.

Elizaveta Rivčun ricorda: “Hanno completamente cancellato mio padre dalla faccia della terra”

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Elizaveta Rivčun è nata nel 1924 in una famiglia di musicisti professionisti. Fino al 1935 ha vissuto in Cina. Due anni dopo il suo ritorno in URSS, il padre è stato arrestato e fucilato.

“Magadan, davanti a noi…” Il trasferimento nella Kolyma.

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In virtù della sua posizione geografica, merci e lavoratori, compresi i forzati, potevano raggiungere la Kolyma soltanto via mare. La principale via di comunicazione andava da Vladivostok alla baia di Nagaev. Nel 1945 è stato aperto il porto di Vanino.